La campagna che vogliamo attivare funziona per un duplice motivo: da una parte gli atleti stessi sono STUFI di essere stereotipati come atleti “bulli” e violenti e proprio per questo hanno voglia di trasmettere FINALMENTE i “nobili valori” della kickboxing!Dall’altra i ragazzi delle scuole non si aspettano proprio da loro un messaggio così etico ed importante dove si raggiungono risultati sportivi solo con sacrificio e dedizione,seguendo regole e valori SHARKFIGHTERS KICKBOXING MONTEBELLUNA. CHI SIAMO : Siamo persone comuni di tutte le età, siamo un team dinamico che ama lo sport, siamo amici. Lo spirito sportivo e l’attività fisica hanno da sempre lo scopo di mantenere il fisico sano ed in forma, ma anche di creare un momento di convivialità e svago in cui persone diverse trovano un ottimo punto in comune. La kick boxing è una disciplina sportiva completa adatta a tutti e per tutte le età, e basata sul reciproco rispetto e sull’efficace preparazione atletica.Inutile dire che un gruppo coeso, ed un progetto valido e ben consolidato non nascono dall’oggi al domani. Il sogno di Omar Niero Maestro 4° Dan riconosciuto dal Coni, classe 1976 di creare il suo Team vincente lo ha visto lavorare negli anni senza perdere di vista l’obbiettivo finale, essere mentore e maestro di giovani atleti, motivarli, allenarli e farli crescere sportivamente. E’ su se stesso quindi che ha svolto il lavoro più grande: preparasi per questo ruolo! Apprendere la tecnica, diventare un Fighter in grado di fronteggiere i più validi avversari, imparare a vincere e ancor più imparare ad apprendere il valore delle sconfitte.
Questa attività non è pericolosa, si tratta infatti di un impostazione molto simile al karate, salvaguardando prima di qualsiasi altra cosa, la salute e l’integrità dei bambini. Il numero di lezioni previste per ogni classe, durante l’orario di attività motoria a titolo completamente gratuito, è da concordare con l’istituto(indicativamente 4). Affiancando così la maestra della relativa ora. Più piccoli sono gli studenti, più la lezione sarà ludica. Kick Boxing è uno sport di combattimento dove sono previste diverse specialità, tra quelle a contatto leggero ci sono il Point Fighting e il Light Contact.I bambini con disabilità potranno svolgere le stesse attività, con agevolazioni a seconda del tipo e grado di disabilità.Lo scopo principale del progetto è avvicinare i bambini/ragazzi delle scuole alle arti marziali e sport di combattimento, vivendo l’esperienza attraverso il gioco. Il progetto trova nello sviluppo degli obiettivi previsti la possibilità di rendere più vivo e più armonico lo sviluppo integrale della persona e, nello stesso tempo,attraverso il gioco, far acquisire abilità quali, coordinazione, scelta di tempo, discriminazione spaziale e temporale, e soprattutto le capacità decisionali del soggetto. Nel gioco, insieme agli altri, scatta il meccanismo di confronto, d’osservazione e d’imitazione dei diversi comportamenti, e quindi attraverso l’esecuzione del gioco nella sua forma globale si arriva ad apprendere ed affinare i gesti per migliorare l’esecuzione stessa. Tutto questo deve essere proposto lasciando libero il bambino di esprimere tutte le proprie potenzialità creative. La kick boxing come disciplina sportiva all’interno del progetto proposto si propone di perseguire i seguenti obiettivi formativi generali: – Rispetto delle regole- Rispetto dell’avversario- Controllo degli stati emotivi Conoscenze: conoscenza dei principali elementi tecnici, conoscenza della corretta terminologia delle azioni. Valutare i pro e i contro di ogni azione, ragionare per scegliere le azioni più efficaci in relazione a quelle dell’avversario. la disciplina consente di esprimere al massimo la fantasia e la creatività dell’individuo, che è libero di interpretare con il massimo protagonismo espressivo un assalto, trovando soluzioni personali per ottenere la vittoria, nel pieno rispetto delle regole. Obiettivi Specifici: – Schemi posturali e motori- Capacità di gestire l’equilibrio in condizioni statiche e dinamiche- Strutturazione movimento secondo categorie spazio-temporali- Codici motori e comunicazione- Percezione e comprensione della relazione tra investimento di tempo ed energie e il proprio progresso, benessere e salute Il bullismo è un fenomeno che si manifesta nell’abuso di potere perpetrato da uno o più soggetti nei confronti di un singolo o di una collettività. Si tratta di un fenomeno piuttosto diffuso nella nostra società. Il fenomeno del bullismo è caratterizzato da alcune peculiarità che lo contraddistinguono da altre forme di violenza, che sono: L’intenzionalità del fenomeno: il comportamento aggressivo messo in atto dal bullo è il prodotto di un’azione premeditata volta ad offendere l’altro o ad arrecargli danno;La persistenza del fenomeno: sebbene anche un singolo episodio possa essere considerato una forma di bullismo, il rapporto tra il bullo e la vittima è caratterizzato dal ripetersi nel tempo dei comportamenti aggressivi;Il rapporto di potere asimmetrico che si instaura tra il bullo e la vittima: trattasi di una relazione fondata sullo squilibrio di forza (fisica e/o psicologica) tra il bullo che agisce, che spesso è più forte o sostenuto da un gruppo di compagni, e la vittima che spesso è emarginata e incapace di difendersi;Le diverse forme in cui si manifesta il fenomeno: nonostante spesso si pensi al bullismo fisico, va ricordato come il fenomeno spesso si manifesti anche in altre forme, come le espressioni verbali di tipo diretto (offese e minacce) e le aggressioni psicologiche di tipo indiretto (esclusione dal gruppo e emarginazione);La natura sociale del fenomeno: gli episodi di bullismo si verificano spesso alla presenza di altri soggetti – spettatori o complici – che possono assumere un ruolo di rinforzo del comportamento del bullo o semplicemente sostenere e legittimare il suo operato. Il fenomeno del bullismo coinvolge ragazzi di ogni fascia d’età, sesso ed estrazione sociale. Alla base del “comportamento da bullo” risiedono molteplici cause tantoché gli psicologi ritengono che chiunque può assumere nel tempo sia il ruolo di vittima che di persecutore. Spesso vengono attribuite al fenomeno cause riconducibili al sovraffollamento delle classi, ai fallimenti e alle frustrazioni personali e ad alcuni tratti fisici distintivi della vittima. Questi elementi però non bastano da soli a spiegare le cause del bullismo. Spesso infatti la personalità e la capacità di relazionarsi sono elementi che hanno una rilevanza ben superiore. Anche i fattori ambientali, come l’abilità dell’insegnante nel tenere in ordine la classe, giocano un ruolo fondamentale.Altre variabili scatenanti il bullismo possono essere talvolta ricercate in violenze subite durante l’infanzia, problemi famigliari legati al passato, disturbi psichiatrici, atteggiamenti troppo permissivi o limitativi messi in atto da parte dei genitori della vittima o del bullo. Alcuni pareri attribuiscono anche alla televisione un ruolo di “cattiva maestra”. Questa infatti, ironizzando su malefatte e discriminazioni e sorridendo ad aggressori, a cattiverie e a prevaricazioni, offre ai più giovani una visione della realtà deformata dal modello di vita antisociale che spesso i media propongono. Il fenomeno del bullismo trova terreno fertile negli ambienti di aggregazione sociale, nel gruppo di amici, a scuola e, quindi, anche nelle attività sportive. Lo sport rimane comunque un ambiente relativamente protetto in cui gli episodi di bullismo non sono molto frequenti. Ciò perché chi decide di fare sport è ben consapevole di dover accettare sia le regole della convivenza sociale, sia ovviamente quelle di un’attività sportiva regolamentata da norme proprie. In ambito sportivo si impara presto il principio secondo cui solo attraverso l’osservazione di norme condivise è possibile raggiungere traguardi prestabiliti. Il bullismo nello sport si manifesta quando si ricerca la prestazione a tutti i costi, esaltando solo l’attività sportiva orientata al risultato agonistico e arrivando a giustificare ogni mezzo utilizzato (anche illecito) pur di conquistare la vittoria. Ma questo non è ciò che lo sport vuole insegnare.La competitività in se non è affatto da condannare. Lo è invece il suo eccesso, una delle componenti che, ponendo il bullo a suo agio in un clima di tolleranza verso la sopraffazione, potrebbe favorire il nascere di episodi di bullismo. Quando la competizione è percepita come confronto positivo con se stessi e con gli altri, intesi come atleti con cui confrontarsi e misurare le proprie prestazioni, allora essa diventa un potente strumento capace di educare.Lo sport, in questo senso, può e deve assumere un ruolo rilevante nella vita dei giovani. Lo sport è in grado di insegnare molte cose a chi si avvicina ad esso con spirito costruttivo e positivo: insegna ad affrontare la vita, a relazionarsi con gli altri, a mettersi sempre in discussione; insegna ad accettare la sconfitta e a superare gli insuccessi; insegna lo spirito di sacrificio e che ad ogni sacrificio corrisponde un vantaggio; insegna… a non arrendersi mai. Si prevede un percorso volto a trasmettere i valori di rispetto,disciplina e lealtà,un periodo multisportivo che comprende psicomotricità,kickboxing e mma (mixed martial arts) da offrire gratuitamente a tutti gli alunni della scuola media e delle scuole primarie dell’Istituto.Il progetto comprenderà: – “Settimane di sport”, da svolgere in ciascun plesso scolastico, il sabato durante l’orario curricolare- “Pomeriggi sportivi” che si svolgeranno durante un periodo di 3 mesi, a cui possono partecipare 20 ragazze e ragazzi per turno,in maniera del tutto gratuita presso le sedi dei nostri corsi. Obbligo del certificato medico. Risultati attesi – Acquisizione di atteggiamenti “sportivi” di lealtà, correttezza, socializzazione in vista di un corretto inserimento nel mondo degli adulti;- Accettazione della vittoria e della sconfitta per imparare a vivere la prima senza vanto e la seconda senza animosità;- Acquisizione del senso di appartenenza per un inserimento sociale attraverso un agonismo sano;- Acquisizione dell’esperienza del confronto che può offrire a tutti uguali opportunità nel rispetto della dignità e delle possibilità;- Acquisizione di una corretta cultura dell’alimentazione sia durante le attività fisiche e mentali di tutti i giorni sia durante le attività sportive. Il progetto si articola in varie unità di apprendimento: – Educazione motoria e attività pre-sportiva realizzata attraverso la pratica della kickboxing. – Coinvolgimento di tutte le classi. – Formazione di squadre miste; – Inserimento obbligatorio di alunni diversamente abili e stranieri; La preparazione generale degli alunni non sarà settoriale ma avrà come punto di partenza il potenziamento fisiologico, un corretto schema motorio, una sufficiente conoscenza tecnica delle unità di apprendimento indicate. Consolidati gli schemi motori, si lavorerà su gruppi di alunni per meglio seguirne l’evoluzione formativa. Gli alunni diversamente abili e gli alunni non italiani seguiranno le lezioni insieme ai loro compagni.Essendo l’obiettivo primario “ incoraggiare e sviluppare la presa di contatto con l’altro”, si darà spazio ad attività che prevedono l’uso di una motricità libera e spontanea alternata a momenti ysl bags replica di rilassamento anche attraverso il contatto corporeo tra compagni.Uno sport da combattimento, che ad un occhio inesperto potrebbe sembrare non adatto a questo scopo, può essere per questi giovani una buona soluzione. Infatti, la prima cosa che si impara è il rispetto per gli altri, per il coach, per l’adulto e ad affinare le proprie tecniche di difesa.