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ESSERE ALLENATORE,MAESTRO,LEADER……

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Ogni giorno di corsa.
Parto la mattina con la borsa per il lavoro e la borsa per l’allenamento.
Due agende, due cambi, due vite.
Tutto doppio per una persona sola.
E’ una vita particolare quella dell’allenatore.
Al di là che tu lo faccia come primo lavoro o come seconda attività, la musica non cambia.
E’ una corsa continua per arrivare ad un obiettivo o semplicemente per dare risposte a domande di altri.
‘’PERCHÈ NON MIGLIORO?’’
‘’ PERCHÉ MI SENTO STANCO?’’ 
Ogni giorno a capire da uno sguardo del tuo atleta che ti dice ‘’stammi vicino e tienimi lontano’’.
Sembra facile da fuori.
Una ripresa di sparring, qualche lavoro, due parole e passa la paura.
Magari fosse così semplice.
Dietro quelle due ore o poco più al giorno, c’è un mondo.
Un insieme di briciole che compongono un piano complesso fatto di programmazione fisica e mentale.

SI LAVORA UNA VITA PER AVERE UN SOLO ATTIMO DI FELICITÀ. 
Queste parole tienile da conto.

Abbiamo a che fare con uomini e donne, in contemporanea: età diverse, vite diverse e famiglie diverse.
E SIAMO UMANI.
Ogni tanto me lo dimentico, ma è così.
Sono umani gli allenatori. Sono fatti di fragilità, di paure e di domande e sempre troppo spesso rispondiamo a quelle degli altri e non alle nostre.
Ma il nostro ruolo è questo: essere un punto di riferimento in mezzo a mille dubbi.
Non possiamo permetterci di crollare, non fino a quando abbiamo qualcuno che cerca il nostro sguardo in mezzo ad altri.
E’ una vita difficile da capire, quasi incomprensibile.
Ore al caldo, a urlare, incitare, motivare e a non essere compresi da tutti.
Circondati dalle lacrime di fatica, con la visione chiara ed un percorso definito che possiamo solo guidare.
Portiamo i nostri atleti a quell’appuntamento preparato per mesi e poi, rimaniamo degli spettatori speciali.
Speciali come i brividi che ci scorrono sulla schiena quando otteniamo qualcosa di grande.
Siamo umani e come tali non possiamo essere compresi da tutti.
Criticati di continuo, sempre pronti a difendere il nostro mondo ed i nostri atleti.
Ed in continuazione sentiamo ripeterci la stessa domanda:
MA CHI TE LO FA FARE? 
Chi te lo fare di essere parte integrante della crescita di un adolescente. Sentirti giudicato senza avere nessuno accanto. Chi te lo fa fare a chiedere sempre come va, senza sentirti mai porre la stessa domanda.

Affetti, amici, genitori, conoscenti, genitori degli atleti, ognuno di loro almeno una volta ti ha posto questa domanda e forse è l’unica a cui hai saputo davvero rispondere.
‘’Non lo so ‘’. O forse lo sai.
Non esistono emozioni più grandi provate se non dentro quel tatami, dietro a quell’attimo così rapido e veloce eppure cristallizzato nella tua mente.
Mettiamo troppo spesso da parte la nostra vita, per seguire la vita di altri.
Ma siamo umani con superpoteri.
Quindi sbagliamo, per poi fare cose eccezionali nella nostra vita e nella vita di chi ci sta intorno.
Me lo chiedo spesso chi me lo fa fare, ma rispondo sempre alle domande di altri finché non vengono poste a me. O forse lo so.
E’ la passione che mi spinge a farlo. La voglia di dare agli altri quel sostegno che io ho avuto al posto loro. Perché chiunque può fare l’allenatore, ma Esserlo è diverso.rolex replica
Siamo umani.
Siamo umani con superpoteri.
In sintesi,
SIAMO ALLENATORI…..